La Notte del Lavoro Narrato alla Scuola d’Arte In Form of Art

di Mariangela Contursi

Scrivo solo adesso, dopo aver lasciato decantare per qualche giorno le sensazioni che ho provato durante la nostra Notte del Lavoro Narrato. Speravo di acquistare un po’ di distacco e di lucidità per ripensare in maniera più “fredda”, “oggettiva”, a quello che abbiamo vissuto nelle cinque ore che abbiamo trascorso insieme. Volevo mettere alla prova queste sensazioni e il loro resistermi addosso dopo la ripresa della vita di tutti i giorni. Stasera mi guardo allo specchio e continuo ad avere il sorriso stampato sulle labbra. Mi guardo dentro e mi sento tale e quale a mercoledì notte, dolcemente euforica, commossa, sorpresa, felice.
E’ successo qualcosa che non avevo mai provato in vita mia, questa è la verità. Una cosa che se uno la racconta a chi non c’era sembra di un altro mondo. In un luogo stupendo e stimolante, sconosciuto praticamente a tutti, nel cuore di Napoli, che si è rivelato semplicemente perfetto e, grazie al padrone di casa, accogliente come pochi, dodici narratori e cinquanta partecipanti hanno condiviso cinque ore del proprio tempo –dico cinque, e lo devo ripetere, perché sono tante ma sono volate- per ascoltare storie di lavoro ben fatto.
Storie di arte e artigianato; di famiglia, propria e altrui; di restituzione al pubblico di beni culturali di eccezionale valore; di recupero eroico e partecipato del territorio; di apertura di spazi rurali urbani e di riqualificazione di interi territori. Canti di lavoro.
Tante storie diverse, eppure tutte accomunate dalla radice comune di un impegno totale di testa, mani cuore, di fronte al quale si disintegra la separazione tra vita e lavoro, e dalla centralità, in questo impegno, del fare bene per il bene comune. Le storie che abbiamo ascoltato derivano tutte da uno sguardo da “realtà aumentata” che ti fa vedere nel vuoto o nel degrado il bello che verrà e te ne fa innamorare al punto tale da diventare una forza e una fissa, e da far venire fuori scienza e follia, creatività e resistenza, capacità di rompere gli schemi, di riscrivere le regole del gioco e di trascinare gli altri nei propri sogni e nelle proprie battaglie.
E’ stata una serata intensa, dominata dalla sensazione di profonda condivisione di un modo, prima ancora che di fare, di stare al mondo. Una serata di una bellezza travolgente, che è arrivata come una sorpresa un po’ per tutti, anche per me che non avevo mai visto né organizzato una cosa così, e che pure cento volte l’avevo sognata e sperata bella, ma non pensavo fino a questo punto.
Ma la cosa più emozionante è quello che è accaduto dopo il nostro incontro. Ho già perso il conto delle storie e dei legami che sono germogliati dalla nostra Notte. C’è chi ha preso appuntamento nei prossimi giorni, chi si è già incontrato, chi ha invitato gli altri a partecipare ad altre cose belle che sta organizzando, chi ha proposto un tour collettivo nei luoghi che abbiamo scoperto durante la notte e chi ha già iniziato a visitarli, chi ha proposto di creare un gruppo su facebook di Quelli della notte narrata, chi sta già organizzando una festa di compleanno a cui invitare gli altri, chi propone di non fermarci e di rifare la Notte raccontando altre storie. C’è chi sente di aver ritrovato l’entusiasmo perduto e chi ha pensato che questo incontro sia stato un segno del destino. Un fiume in piena. E su tutto questa sensazione, meravigliosa, di dolce euforia, di futuro, e la voglia di non fermarsi, di fare ancora di più e meglio, e di fare altro ancora, e soprattutto di farlo insieme, che non vuole andare via 🙂
GRAZIE, grazie di cuore a chi ci ha fatti incontrare, a chi ci ha connessi, a chi ci ha ospitati, a chi ha narrato, a chi ha partecipato.
vl1Foto di Vincenzo longo

vincenzo moretti

Sociologo e Narratore. Sono nato nel 1955 da Pasquale, muratore e operaio elettrico, e Fiorentina, bracciante agricola e casalinga. Desidero quello che ho e continuo ad avere voglia di cambiare il mondo.

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