Casa D’Ambrosio c’è

dambrosio3 Il 30 aprile, la sera, a casa mia: per la notte del lavoro narrato! Un invito a stare insieme. A raccontarsi. A tirar fuori la bellezza di quello che si sa fare. Ognuno a modo suo: letture, canti, gesti, racconti, sguardi sulla vita e sul proprio lavoro quotidiano. Il lavoro che a volte suona come resistenza, altre come fatica, ma altre volte ancora è meraviglia e gioia che tiene insieme la forza e la volontà, la competenza e la intraprendenza. Il lavoro di chi non si accontenta e quella sera vuole stare in compagnia e farsi presente per condividere la propria storia come una leggenda senza tempo. E il tempo: il tempo a casa mia ce l’avremo. Ci prenderemo tutto il tempo per fare notte insieme e dare spazio al sogno e alla fantasia. A casa, casa mia, a Napoli, a metà tra la collina e il mare. A casa mia perché è il luogo degli incontri, animati di solito intorno a del buon cibo preparato con la gioia del ricevere, dello stare insieme, del raccontarsi anche le cose che sembrerebbero destinate solo ad un diario intimo. A casa mia la notte del lavoro narrato. Per fare spazio alle storie degli amici, dei tanti amici e delle tante amiche, che si riconoscono nel richiamo del ‘lavoro ben fatto’, delle cose ‘fatte ad arte’, perché gli amici, quelli buoni, non celebrano quello che hanno già fatto ma sono spinti da un sacro fuoco verso tutto quello che non hanno fatto ancora e che spinge ciascuno di loro a cercare e ricercare, verso altre traiettorie possibili, oltre quello che si è imparato e si sa già fare. A casa mia. Che posso considerare come ‘spazio delle avanguardie’, ospite di chi ha coraggio di fare del lavoro un luogo da coltivare e non una ‘posizione’ raggiunta, dietro cui nascondersi e farsi logorare. Il lavoro che raccontiamo la sera del 30 aprile prenderà corpo attraverso i racconti di ognuno e ci farà fare festa alle cose da fare, ai progetti e agli impegni da onorare. A casa mia, la notte del lavoro narrato, il 30 aprile, sul confine con il 1° maggio, una notte (d)a raccontare per rispondere a ‘che sai fare’. V’aspetto!

vincenzo moretti

Sociologo e Narratore. Sono nato nel 1955 da Pasquale, muratore e operaio elettrico, e Fiorentina, bracciante agricola e casalinga. Desidero quello che ho e continuo ad avere voglia di cambiare il mondo.

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