Se ci siete, battete un colpo

Quella del 30 Aprile 2014 sarà una notte indimenticabile. Dovete soltanto decidere se volete viverla oppure no.
No, no, niente scuse tipo “mi piacerebbe ma non ho tempo”, “mi piacerebbe ma non ci sono soldi”, “mi piacerebbe ma è una cosa troppo grossa da organizzare”, “mi piacerebbe ma il nonno non sta bene”. A parte il nonno, che speriamo si rimetta presto, il tempo, i soldi e le capacità organizzative possono aiutare a fare di più ma non sono indispensabili.
Cosa sto dicendo? Sto dicendo che il senso della nostra iniziativa è quella di mettere per una notte assieme donne e uomini di ogni età e di ogni parte d’Italia per leggere, narrare, cantare, dipingere, ascoltare storie di lavoro.  Proprio così, dare importanza al lavoro, alle cose che sappiamo e che sappiamo fare, alla nostra voglia di farle bene, perché è così che si fa.
Se il senso è questo non ci possono fermare né il tempo, né i soldi e neanche l’organizzazione, basta che quella sera invitate due amici a casa, dite loro di portare qualche libro dal quale leggere una pagina, qualche altro libro ce lo mettete voi, e poi magari raccontate un pezzetto della storia di lavoro di vostro padre o vostra madre, o meglio ancora se potete la fate raccontare a loro, e poi magari fate una foto, un filmato di 20 secondi con il telefonino, e poi magari lo pubblicate direttamente su Facebook, Twitter, Instagram, Youtube, che ormai siete in tantissimi a sapere come si fa, e il gioco è fatto.  E sia chiaro che il gioco è fatto anche se fate solo una di queste cose.
Come sempre faccio sul serio. Molto sul serio. Noi naturalmente stiamo lavorando affinché ci siano anche un bel po’ di iniziative più grosse ma guardate che a fare la differenza saranno quelle piccole, comprese quelle a casa. Pensateci solo per un momento: noi facciamo una pagina, la chiamiamo Casa Italia, e sotto ci mettiamo l’elenco delle famiglie che la sera del 30 si riuniranno  e inviteranno amiche e amici per raccontare storie di lavoro. Il nome della famiglia e il nome del comune, basta questo, che queste cose qui non hanno bisogno di certificati, che se uno dice io ci sto, poiché nessuno l’ha costretto a starci, poi si sente impegnato a farlo.
Adesso parliamoci chiaro, se nell’elenco ci saranno soltanto casa Moretti, casa Strazzullo, casa Massa, casa Iucci, casa Buffone, casa Di Paola, casa Galietti, casa Verta, casa Tigano, casa Rivello, casa La Gamba, casa Benevento, casa Morra, casa Savarese, casa Prigiobbo, insomma le case di 100 amiche e amici sparsi per l’Italia è una cosa, se diventano 1000 è un’altra, 10.000 è un’altra ancora e così via discorrendo.
Ecco, spero di essermi spiegato, adesso la parola spetta a voi.
Buona partecipazione.
cdg2

vincenzo moretti

Sociologo e Narratore. Sono nato nel 1955 da Pasquale, muratore e operaio elettrico, e Fiorentina, bracciante agricola e casalinga. Desidero quello che ho e continuo ad avere voglia di cambiare il mondo.

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